Startup

Incubatore e Acceleratore di Imprese

Fondazione Officinaccademia Onlus, attraverso Officinaccademia Startup, si prefigge lo scopo di promuovere l’attività di incubatore e acceleratore d’impresa, avente l’obiettivo di favorire e sostenere la nascita e lo sviluppo e accelerare la crescita e il successo di start-up, di microimprese, di piccole iniziative commerciali, di iniziative turistico-ricettive, di iniziative economiche sociali e culturali, di piccole e medie imprese in genere, ivi espressamente incluse quelle innovative, e di altre iniziative portate avanti da soggetti svantaggiati, attraverso l’indirizzo, l’incoraggiamento, il sostegno e la mentorship a chi è dotato di idee, energia, conoscenze, dinamismo imprenditoriale e grande potenziale, ma non di risorse sufficienti allo sviluppo di progetti imprenditoriali, dando consigli, trasmettendo competenze, creando opportunità, intrecciando relazioni, aiutando lo sviluppo e la crescita del progetto imprenditoriale con un’ottica strategica di medio-lungo termine; e più in particolare, ma non limitatamente, attraverso la messa a disposizione di risorse, strutture e attrezzature a supporto di tali imprese, quali:

    • la messa a disposizione di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere start-up, microimprese, piccole e medie imprese in genere, quali uffici e sale riunioni, spazi riservati per poter installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca;
    • la messa a disposizione di attrezzature adeguate all'attività delle start-up, microimprese, piccole e medie imprese in genere, quali sistemi di accesso alla rete internet, apparecchiature e sistemi per l’informatica, per l’automazione, per l’organizzazione e di telecomunicazioni, macchinari per test, prove o prototipi;
    • la messa a disposizione di una propria struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente;
    • l’instaurazione di regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a start-up, microimprese, piccole e medie imprese in genere.

Contesto

Occupazione, imprenditoria giovanile, mortalità delle imprese italiane, gli incubatori.

L’ultima analisi di Unioncamere - Infocamere relativa alla nascita e mortalità delle imprese segna un costante saldo “in rosso” (negativo di circa 16mila aziende): rispetto infatti ad una costante crescita delle nuove imprese - il valore più alto in assoluto degli ultimi quattro anni - è tornato a salire il numero delle imprese cessate che, quest’anno, ha toccato le 131.345 unità. Cresce la voglia di fare impresa (spiccano i dati sulle imprese artigiane e sulle imprese under 35) ma è totalmente carente il sistema di accompagnamento e sostegno a queste nuove imprese.

Le start-up, le giovani imprese, nascono molto velocemente e in modo trasversale.

Tante volte sono la speranza di giovani alla ricerca di un’opportunità di lavoro, altre volte sono il frutto di un’idea imprenditoriale di chi vuole realizzarsi autonomamente.

Se non raggiungono gli obiettivi fissati, finiscono rapidamente in declino. Lo dicono i numeri di un’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi Cgia: più di un’impresa su due (precisamente il 55,2%) chiude i battenti entro i primi 5 anni di vita. Un dato molto preoccupante che evidenzia la grave difficoltà che stanno vivendo le imprese, soprattutto quelle guidate da neoimprenditori.

A livello regionale la situazione più pesante si registra nel Centro-Sud ed Isole.. Se la maglia nera spetta alla Calabria (58,5 per cento di chiusure dopo 5 anni di vita), ad una incollatura seguono il Lazio (58,1 per cento), la Liguria (57,7 per cento) che è l’unica regione del nord nelle prime posizioni di questa graduatoria, la Sicilia (57,2 per cento), la Sardegna (56,4 per cento) e la Campania (56 per cento). Le province autonome di Bolzano e di Trento (rispettivamente con il 45,8 e i 49,3 per cento), la Basilicata (50,1 per cento) e il Veneto (51,9 per cento), invece, sono le realtà meno interessate da questo fenomeno.

I principali ostacoli che hanno costretto molti neoimprenditori a gettare la spugna anzitempo sono le troppe tasse, una burocrazia che non allenta la morsa e la cronica mancanza di liquidità, ma soprattutto le molte persone, soprattutto giovani, che tentano la via dell’autoimpresa senza avere alcuna esperienza e/o il know how necessario.

Se è vero che il tasso di mortalità delle startup è molto alto, è pur vero che esistono realtà in grado di sostenere gli sforzi iniziali di una nuova impresa e altre ancora sono capaci di accompagnarle nel loro percorso di vita fornendo strumenti e spazi utili a sviluppare un business efficace, mettendo a disposizione competenze utili a comprendere il difficile mestiere dell’imprenditore: gli incubatori d’impresa.

Un incubatore d’impresa è un luogo in cui un’idea imprenditoriale viene supportata concretamente per essere indirizzata in tempi ristretti al mercato. Un meccanismo virtuoso che permette ad un’idea ancora in fase embrionale di trasformarsi velocemente in impresa.

Un meccanismo che non solo genera lavoro per chi avvia la start up, ma moltiplica i posti di lavoro: la piccola attività, infatti, grazie al sostegno finanziario, si affermerà sul mercato, ingrandendosi nel tempo e assorbendo nuova forza lavoro.

Un incubatore d’impresa accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese fornendo loro una vasta gamma di servizi di supporto integrati che includono gli spazi fisici dell’incubatore, i servizi di supporto allo sviluppo del business e le opportunità di integrazione, di networking e di rete di contatti.

L’erogazione di tali servizi e il contenimento delle spese derivante dalla condivisione dei costi e dalla realizzazione di economie di scala, fanno sì che l’incubatore d’impresa migliori in modo significativo la sopravvivenza e le prospettive di crescita di nuove start up.

Gli incubatori d’impresa mirano a promuovere lo sviluppo economico e la creazione di lavoro integrando talenti, tecnologie, know-how e capitale all’interno di una rete che favorisce la crescita di nuova impresa.

Per realizzare tali obiettivi gli incubatori forniscono sia servizi di struttura che consulenziali a elevato valore aggiunto che vanno dall’affitto di moduli per ufficio alla consulenza sulla definizione e lo sviluppo del business plan e la formazione imprenditoriale, dalla consulenza legale al monitoraggio dei finanziamenti, dal networking con altre imprese ai servizi di comunicazione e marketing.

Nel corso degli anni si sono sviluppate metodologie che hanno caratterizzato diverse fasi di sviluppo dell’Incubazione. Si possono infatti riconoscere tre generazioni di supporto alla nascita di nuova imprenditoria.

Incubatori di prima generazione: caratterizzati dall’offerta di spazi di lavoro e servizi in comune. I clienti sono le piccole imprese e la locazione degli immobili rappresenta la fonte di finanziamento per l’incubatore stesso. Questa prima generazione ha raggiunto un grado di maturità soprattutto nell’Europa Occidentale e negli USA. Il valore creato è soprattutto di tipo immobiliare e del relativo sfruttamento commerciale.

Incubatori di seconda generazione: completano l’offerta degli incubatori di prima generazione con l’offerta di servizi di incubazione. I clienti sono le neo-imprese e gli spin-off ed il business è finalizzato a supportare lo sviluppo economico a livello locale e regionale. Questi incubatori, al valore immobiliare aggiungono il valore economico sociale raggiunto nella comunità di riferimento. Questa generazione di incubatori sta raggiungendo il livello di maturità iniziale nell’Europa occidentale e negli USA.

Incubatori di terza generazione: caratterizzati dalla specializzazione dei servizi di supporto all’accesso al mercato e ai clienti, di supporto alla cooperazione nell’ambito di cluster e network e nell’acquisizione di uno stile di gestione imprenditoriale. I clienti sono imprese neonate, spin-off e imprese mature. Questi incubatori sono focalizzati a supportare la nascita e lo sviluppo di imprese tecnologiche e innovative, generando valore in termini di valore immobiliare, valore derivante dal suo sfruttamento, valore economico-sociale raggiunto nell’ambito delle comunità e valore delle imprese supportate.

Si rende necessario intraprendere un’ulteriore fase di sviluppo dell’Incubazione che deve necessariamente essere “non profit” secondo una rilevazione specifica delle necessità:

  • la necessità di sostenere innanzitutto le persone e solo secondariamente i progetti; di sostenere chi è dotato di talento, idee, energia, conoscenze, dinamismo imprenditoriale e grande potenziale, ma non di risorse sufficienti allo sviluppo di progetti imprenditoriali; di dare opportunità quindi a chi si trova nelle condizioni più svantaggiate, a prescindere dunque dalla situazione reddituale e dalla sua residenza geografica;
  • la necessità di offrire pari opportunità sul territorio italiano, offrendo i medesimi servizi (tutorship gratuita, affiancamento di esperti, strutture e tecnologia).
  • la necessità di sostenere l’inserimento lavorativo e lo sviluppo economico di attività in aree geografiche depresse, con particolare attenzione al centro-sud e alle isole;
  • la necessità di uscire dal concetto di “start up” tecnologica ed innovativa legate alle nuove tecnologie ed internet per sostenere anche tutto ciò che fa parte dell'economia tradizionale;
  • la necessità di sostenere idee concrete, progetti sostenibili che possano creare occupazione e che non solo generino lavoro per chi avvia la start up, ma moltiplica i posti di lavoro;
  • la necessità di sostenere iniziative ad Impatto Sociale, di Imprenditorialità Sociale e di Innovazione Sociale, che perseguano finalità civiche, solidaristiche e che promuovano e realizzano attività di interesse generale e di beneficio per la collettività e più specificatamente che offrano prodotti e servizi in grado di generare un impatto positivo sulla società o sull’ambiente o che creino benefici per soggetti svantaggiati;
  • la necessità di far maturare le idee d’impresa attraverso percorsi di accompagnamento più lunghi ed ampi di quelli attualmente sul mercato;
  • la necessità di offrire accesso al credito e sostegno economico alle nuove imprese, con dinamiche proprie di un contesto non profit, superando le dinamiche del credito bancario;
  • la necessità di legare la nascita e lo sviluppo di imprese sociali e servizi etici orientati alla filantropia non solo alla disponibilità di risorse economiche, ma anche al contestuale rafforzamento di un sistema specializzato di accompagnamento (formazione, consulenza) che fino ad oggi è stato autoprodotto dalle stesse imprese sociali, attraverso le loro reti di rappresentanza e coordinamento.